Lithiasis Quantum Therapy. Lezione N. 6. Ematuria da calcolo, cancro, o cistite emorragica?
L’ematuria macro- e microscopica è un evento frequentemente osservato nella pratica medica e motivo d’intensa preoccupazione per il paziente, specialmente quando è macroscopica.
Spesso è riconosciuta per la prima volta durante un esame delle urine, richiesto per motivi vari, lavorativi, assicurativi o nel corso di indagini per la diagnosi per altre patologie. L’ematuria può essere isolata oppure associata a proteinuria e cilindruria.
Inoltre, il fenomeno può essere intermittente o permanente. Notoriamente, si riscontrano eritrociti nel sedimento urinario di soggetti sani: ogni giorno sono eliminati fisiologicamente almeno un milione di globuli rossi con le urine.
Si parla di ematuria microscopica quando in un campo ad alto ingrandimento di un campione urinario, dopo centrifugazione, si osservano più due o tre eritrociti.
Il colore rosso delle urine non sempre indica ematuria: farmaci, coloranti e cibo possono esserne la causa.
Le strisce colorate, generalmente utilizzate bed-side, mettono in evidenza la presenza di emoglobina nell’urina. Pertanto, la loro positività deve essere confermata dalla presenza di eritrociti nel sedimento in un numero superiore a quello fisiologico, in quanto la mioglobinuria da rabdomiolisi provoca il colore verde che indica “sangue” nelle comuni striscie.
Infine, ricordo che la vitamina C, se assunta ad alte dosi, può essere causa di falsi risultati.
E’ importante distinguere le ematurie dolorose, di solito causate da urolitiasi, abbondante perdita ematica renale (tumore: un caso osservato personalmente), infarto renale e infezione delle vie urinarie da quelle non dolorose, che indicano in genere una malattia renale primaria, specie se accompagnata da intensa proteinuria, rene policistico, lesione post-traumatica, infezioni (TBC) o malattie del canale urinario, come un tumore della vescica.
Le cause di ematuria possono essere: renali ed extra-renali.
Tra le cause renali bisogna avere in mente due categorie: cause parenchimali renali da affezioni glomerulari e da affezioni tubulo-interstiziali.
Per quanto riguarda le cause extra-renali, esse possono essere affezioni dell’apparato urinario o non correlate ad esso, come l’appendicite acuta.
Per quanto ci interressa, è sufficiente considerare che il primo problema da risolvere in presenza di una ematuria è la sede di origine del sangue e, successivamente, accertarne la natura: infiammatoria-infettiva, litiasica, sistemica o neoplastica.
Non prendiamo in considerazione l’importanza della raccolta attenta ed accurata della anamnesi che svolge un ruolo di primo piano nella diagnosi clinica, perché certamente ben nota al lettore, che dovrà assicurarsi di essere veramente di fronte ad un caso di ematuria.
Infatti, una colica renale, una infezione streptococcica, un recente trattamento specialistico urologico per neoplasia vescicale, orienteranno la diagnosi.
L’obiettivo primario, pertanto, dal punto di vista semeiotico-biofisico-quantistico in un paziente con ematuria, specie se macroscopica, è quello di individuare affezioni potenzialmente gravi, come i tumori renali e le glomerulonefriti, per poter indirizzare tempestivamente il malato allo specialista ed iniziare al più presto il trattamento opportuno.
Per ritornare brevemente all’anamnesi, essa ci informa se l’ematuria è presente all’inizio o solo alla fine della minzione, se è accompagnata da dolore, da pollachiuria e nicturia.
A questo punto tracciamo l’ iter diagnostico semeiotico-biofisico-quantistico che, se è accuratamente eseguito, consente al medico quasi sempre in modo rapido di porre una diagnosi clinica, successivamente corroborata dalla semeiotica per immagini, dal laboratorio e dall’eventuale esame istologico.
Prima di tutto è necessario stabilire la sede dell’ematuria, cioè la sua origine renale, ureterale, vescicale, prostatica o uretrale.
In un secondo tempo, bisogna definire la diagnosi etiologica, escludendo prima di tutto il tumore, cioè eliminando il Terreno Oncologico o meglio Il Reale Rischio Congenito di cancro urinario.
Dico subito che una sofferenza renale, anche se in maniera aspecifica, è rivelata dal test della minzione simulata: la comparsa del riflesso gastrico aspecifico dopo tempo di latenza di 3 sec. (NN = 8 sec.) evidenzia una sicura patologia renale.
Accanto a ciò, la comparsa del caratteristico riflesso ureterale litiasico depone per la presenza di calcoli in una sede della trafila urinaria. Ad ogni modo, la presenza del riflesso ureterale “in toto” simultaneo al pizzicotto “intenso” di un qualsiasi trigger point renale indica la presenza di una patologia della trafila urinaria, da diagnosticare con precisione mediante i segni semeiotico-biofisico-quantistici caratteristici.
La CGT, dopo un riflesso gastrico aspecifico di breve durata, invece, è tipica del tumore, ed è sempre preceduta fin dalla nascita dal Terreno Oncologico e dal relativo Reale Rischio Congenito di cancro delle vie urinarie.
Per quanto si riferisce all’esame del rene, si valuta subito la sua proiezione mediante la percussione ascoltata, che può essere perfettamente normale o mostrare delle irregolarità (tumore, cisti). Nelle frequenti cisti renali, la pressione di media intensità sopra il rene, magari mediante il tamburo del fonendoscopio, provoca la triade cistica (= riflesso gastrico aspecifico, ureterale in toto ed esofageo con sollevamento dell’angolo di His), mentre la pressione lieve-moderata consente di evidenziare l’inattivazione microcircolatoria tipica: Al + Pl nella vasomotility e nella vasomotion renali mostrano la durata a riposo di 5 sec. (NN = 6 sec.).
A questo punto, si traccia, magari mentalmente, il diagramma renale, che offre dati preziosi: il diagramma normale permette di escludere una locale patologia; un diagramma con fase C aumentata (=aumento volumetrico) depone per l’attivazione microcircolatoria da definire (tipo I, II, III); la prevalenza della fase D (= decongestione del rene) parla in favore di una disattivazione microcircolatorio, come si osserva nella fase acuta di un rene colpito da colica.
A questo proposito, ricordo che il rene “sano”, fino allora sede di attivazione microcircolatoria di tipo I, associato, in presenza di colica renale controlaterale, una volta cessato l’episodio doloroso per l’eliminazione del calcolo, entra in una condizione di disattivazione microcircolatoria, compensatoria, in cui la fase AL + PL è di 5 sec. In questo momento è il rene controlaterale, prima colpito, che mostra attivazione microcircolatria tipo I, in presenza di un “normale” uretere fisiologicamente reattivo agli stimoli noti, ad indicare la reale situazione dei reni e la esatta localizzazione della pregressa colica.
La valutazione degli ureteri, statica e dinamica, è resa possibile dalla loro proiezione cutanea mediante la pecussione ascoltata: ureteri di calibro normale e con riflessi reno- e cutaneo-ureterali fisiologici consentono di escludere una patologia locale. Utili dati si ottengono come sempre con il precondizionamento.
A questo punto, bisogna ricordare che talvolta un piccolo calcolo si può stabilire nel meato ureterale inferiore, senza ostacolare il passaggio delle urine. I riflessi noti appaiono del tutto normali con l’eccezione della pressione diretta sopra la proiezione del calcolo: in pratica sopra il pube a ds o sn, in rapporto alla sede della litiasi. Immediatamente l’uretere omolaterale si dilata intensamente.
Aiuta a riconoscere la presenza della litasi, di fronte all’apparente normalità dell’indagine “statica”, accuratamente condotta, la positività del test della “minzione simulata”, che deve essere motivo per la ricerca completa della sicura urolitiasi. Noi ricordiamo, nella nostra esperienza, soltanto due casi di calcoli annidati a livello dello sfintere ureterale inferiore, senza provocare fenomenologia clinica.
La valutazione della vasomozione ureterale segue ovviamente il procedimento più volte illustrato per altri organi e visceri.
L’indagine semeiotico-biofisica della vescica urinaria è veramente ricca di dati affidabili, ricercati in breve tempo, che informano sulle condizioni parietali di questo viscere, sede di malattie con cui il medico è frequentemente confrontato. Vale la pena di ricordare che nella vescica, come in qualsiasi altro tessuto, malattie differenti possono coesistere, collegate o meno le une alle altre.
Il riflesso cutaneo-gastrico aspecifico, causato dal pizzicotto persistente della cute subito sopra e a ds. e sn. della sinfisi pubblica, appare fisiologicamente dopo 6 sec. In presenza di malattia vescicale il tl scende a < 6sec., dura > 4 sec. con un tl differenziale < 3sec.: diminuzione dell dimensione frattalica vescicale.
In caso di tumore vescicale (sempre preceduto dal terreno oncologico) il riflesso gastrico aspecifico con tl di 3 sec. e identica durata, è seguito dalla CGt, espressione della sindrome autoimmune locale durante stimolazione dei trigger-points della vescica urinaria. Infine, in caso di calcoli endovescicali (V. Caso 17, Parte Quarta) il pizzicotto persistente a livello di trigger-points vescicali evoca il caratteristico riflesso “litiasico” ureterale.
L’indagine della prostata, basata sui riflessi prostata-gastrico aspecifico, -ureterali e ciecale, durante stimolazione con pizzicotto medio-intenso persistente dei relativi trigger-points, permette di riconoscere ogni forma di patologia prostatica. Per la prima volta clinicamente si riconosce la presenza di calcificazioni prostatiche anche minime, mediante il tipico riflesso ureterale “litiasico” e, per quanto concerne le piccole formazioni cistiche prostatiche – tutt’altro che rare – la loro diagnosi è facilmente attuata sulla base della sindrome cistica nelle stesse condizioni di stimolazione dei relativi trigger-points.
Infine, la valutazione del’uretra, molto facilmente eseguibile nell’uomo, ma anche nella donna si fonda sui dati dei riflessi uretra-gastrico aspecifico,-ciecale ed –ureterale.
La esecuzione del precondizionamento dei vari settori della trafila urinaria offre un notevole contributo diagnostico nei confronti di malattie di qualsivoglia tratto dell’apparato in discussione.
In realtà, lo studio semeiotico-biofisico dell’apparato urinario ha raggiunto risultati veramente eccellenti al confronto con quelli della semeiotica ortodossa. Basti pensare alla povertà di quest’ultima, che non consente affatto al medico, il più esperto possibile, di affermare se in un dato individui ci sono due reni o uno soltanto, come accade in certe malformazioni congenite. Ricordo che ai tempi della università la manovra di Giordano recitava (e recita ancora oggi, purtroppo) un ruolo di primo piano, quando tutti i medici sanno che un processo artrosico lombo-sacrale può facilmente indurre in errore chi non conosce la originale semeiotica.
Se rileggiamo quanto sta scritto nel capitolo della urolitiasi ci rendiamo perfettamente conto del senso e del significato della valutazione, statica (rene da stasi) e dinamica (diagramma renale o renogramma, realizzata in pochi minuti con l’impiego della Semeiotica Biofisica.
Accanto a ciò, l’applicazione del precondizionamento in un giovane con o senza famigliarità litiasica, portatore della forma “variante” della sindrome di Reaven (conditio sine qua non della litiasi), permette di prevedere con decenni di anticipo la possibilità di soffrire di calcoli renali o rischio reale di urolitiasi, quando i parametri di questo metodo peggiorano: tl di base del riflesso rene-gastrico aspecifico 8 sec., fisiologica, ma con durata patologica, > 4 sec., e tl differenziale £ 3 sec. La ripetizione del riflesso, con intervalli di 5 sec., mostra o la persistenza di questi valori parametrici (rischio lieve) oppure un loro netto peggioramento (rischio intenso, in rapporto inverso all’accorciamento del tl, per esempio), ad indicare che il rene potrà sviluppare calcoli, suggerendone il grado di probabilità.
Talvolta, entrambi i reni mostrano la tendenza alla litiasi, mentre in molti casi questa è monolaterale, ed è sorprendente vedere l’espressione del volto del paziente quando ascolta la previsione del medico, che lo visita per la prima volta e riconosce il rene che in passato ha già formato il calcolo.
Per restare alla valutazione semeiotico-biofisica di questa patologia, il monitoraggio terapeutico della litiasi renale è veramente utile al letto del malato: sono molti i casi di calcoli da noi seguiti nel loro, più o meno lento, passaggio dal rene alla vescica, prima di essere espulsi. Ricordiamo il caso di un giovane, la cui sofferenza cessò improvvisamente allorchè il calcolo, fino ad allora fermo a livello dello sfintere ureterale inferiore, passò in vescica e l’uretere, sebbene dilatatato, non era più trigger-point del tipico riflesso “litiasico”: invitato il paziente ad urinare “prevedemmo” la presenza del calcolo nel campione d’urina; e così avvenne, lasciando paziente e familiari, che non ci conoscevano, in una piacevole ed attonita situazione di sorpresa.
Infine, è bene sapere che se oggi la Semeiotica Biofisica, utile realtà per tutti i medici, in quanto il suo impiego richiede soltanto la disponibilità di un semplice fonendoscopio, ha originato la Microangiologia Clinica, questo evento epocale, reso noto alla classe medica attraverso numerose pubblicazioni, è la diretta conseguenza della scoperta dei cosiddetti riflessi ureterali, che il lettore ormai conosce ed auspicabilmente impiega agevolmente.
In altre parole, l’applicazione dell’originale semeiotica fisica alle vie urinarie ha portato grandi risultati non soltanto nella diagnostica, ricerca e monitoraggio di questo sistema biologico – fatto certamente degno di essere sottolineato – ma soprattutto ha aperto nuovi orizzonti d’indagine clinica, il cui confine noi non siamo attualmente in grado di prevedere.
Concludo questa Lezione confermando che la gioia per il lavoro compiuto e il godimento spirituale raggiungeranno la massima vetta il giorno in cui – in qualche modo misterioso – verrò a sapere che altri dopo di me avranno contribuito allo sviluppo della Semeiotica Biofisica Quantistica