Desidero ancora una volta sottolineare con forza una mia datata affermazione: l medico che conosce e sa correttamente eseguire la percussione ascoltata dello stomaco, è in grado di raccogliere ed utilizzare il 50% delle informazioni dell’intera Semeiotica Biofisica Quantistica , SBQ (V. Pagina Tecnica N° 1, www.semeioticabiofisica.it).
Esiste una vasta letteratura relativa al riflesso gastrico aspecifico, corroborata da ampia
casistica, basata sulla precisa valutazione di parametri fondamentali: tempo di latenza, intensità e durata del riflesso.
A questo punto occorre però illustrare senso e significato di questi dati, che certamente
agevolano, facilitano e semplificano gran parte delle diagnosi consentite dalla SBQ. Tuttavia, se il medico si fermasse soltanto allo studio di questo riflesso, provocato dalla stimolazione di numerosissimi trigger-points, sarebbe certamente una imperdonabile decisione, perché si auto-limiterebbe l’apprendimento di un metodo originale di cui mai comprenderà i fondamenti, ed alla lunga questa potrebbe diventare una pratica abitudinaria e meccanica che lo allontanerebbe dalla bellezza e ricchezza di dati microangiologici clinici, su cui è fondata la ‘Single Patient Based Medicine’, SPBM. La Microangiologia Clinica, su cui è fondata la SPBM, è la disciplina fondamentale nella SBQ, perché ne costituisce la base teorico-pratica.essenziale.
Le dinamiche del microcircolo – vasomotility,intestitiomotility, vasomotion – e le strutture microvasali sono osservabili grazie all’evocazione dei riflessi ureterali (V. Pagina Tecnica N° 5, nel mio sito citato sopra), che forniscono notevoli informazioni, quantitative e qualitative, straordinariamente utili, coerenti e complementari per una fine ed esaustiva diagnostica clinica.
L’interpretazione dei dati micro-angiologici è tanto affascinante quanto complessa. Infatti, essa fa riferimento alla complessità stessa del caos deterministico, che viene in aiuto, assieme alla fisica quantistica, a questa moderna semeiotica medica, offrendole quella valenza transdisciplinare che rende la SBQ una scienza aperta, in continua evoluzione, non delimitabile dal rigido schema di un sistema.
A questo punto, per comprendere nel modo ottimale l’attività motoria del microcircolo e la sua attivazione – di cui all’inizio del secolo scorso si interessò August Krogh che la illustrò nella Lettura per la consegna del Nobel, 11 dicembre1920, limitata però al solo sistema capillare – è opportuno esaminare struttura e funzione delle piccole arterie e arteriole, sec. Hammersen, perché rappresentano il “cuore periferico” (felice definizione del Prof. C. Allegra, caro amico di Roma, profondo studioso di Microangiologia e Microcircolazione), sede rispettivamente dei Dispositivi Endoarteriolari di Blocco, DEB, tipo I, sia fisiologici sia neoformati-patologici, questi ultimi da me scoperti, e II, i soli ubiquitari.
Una prossima Lezione sarà dedicata ai Dispositivi Endoarteriolari di Blocco e specialmente a quelli neoformati-patologici, che recitano il ruolo centrale nel Reale Rischio Congenito di CAD..
Notoriamente, nel microcircolo avviene una importante serie di eventi dinamici, alla base dell’attivazione microcircolatoria, la cui monotonicità ed aspecificità è la conseguenza della differenziazione delle cellule locali, tra cui le smooth muscle cells, come riferito nella Lezione IV.
Esitono tre tipi di attivazione microcircolatoria:
tipo I o “associata”, per es. quando il relativo parenchima è attivo. Già August Krogh nella sua Lecture sopra ricordata, mise in evidenza la diversa apertura dei capillari muscolari a riposo e durante l’attività fisica, erroneamente attribuita alla dinamica attiva dei capillari, che in realtà è secondaria a quella arteriolare, come da me dimostrato clinicamente ed illustrato anche nella Lezione IV.
tipo II o “intermedia”, parzialmente dissociata, dove la vasomotility è attivata, mentre la vasomotion mostra ancora nella norma la basale attività. Le strutture derivative (AVA) non sono impegnate funzionalmente. E’ il primo stadio della microangiopatia, nel senso che una incrementa vasomotility permette di conservare – a riposo – la fisiologica vasomotion: il pH tessutale e l’ossigenazione istangica sono ancora nella norma, a riposo, ma il microcircolo, in quanto attivato di base, mostra una ridotta Riserva Funzionale Microcircolatoria, espressa nella aumentata durata del riflesso (NN > 3 sec. < 4 sec.; Dimensione frattalica = 3,81).
tipo III, “dissociata”, patologica, per es. nel pancreas endocrino in caso di DM magari iniziale, in cui, nonostante il lavoro eccessivo di arterie e piccole arterie, la flow-motion capillare è ridotta: acidosi istangica. Osserviamo questo tipo nel tumore maligno dove la dissociazione tra vasomotility e vasomotion è intensa.
Per il suo notevole significato e l’importante influenza sulla prevenzione, diagnosi, diagnosi-differenziale e monitoraggio terapeutico, sarà dedicato un ampio spazio a questo argomento, cioè all’analisi dell’attivazione microcircolatoria, evento essenziale nella Microangiologia Clinica, e ad esso verranno fatti continui ed inevitabili riferimenti nelle lezioni che seguiranno.
Per la prima volta clinicamente, con l’aiuto della Semeiotica Biofisica Quantistica, il medico può valutare, sia di base sia in modo dinamico, l’unità microvascolotessutale di qualsiasi sistema biologico, dal punto di vista morfo-funzionale, secondo un modello di tipo sinergetico. Pertanto, di seguito illustrerò dettagliatamente l’aspetto essenziale dell’originale semeiotica fisica, cioè l’indagine clinica della dinamica microvascolotessutale, lievemente alterata nella sede dell’iniziale Reale Rischio Congenito di CAD.
Notoriamente i microvasi arteriolari sono dotati di attività motoria, autonoma, autoctona, caotico-deterministica, che è una delle più rilevanti manifestazioni della emodinamica microcircolatoria, caratterizzata da una flow-motion e da un ematocrito ritmicamente fluttuanti a causa, appunto, del particolare comportamento della vasomotility e quindi della vasomotion.
A partire dagli studi di John (1852), le prime osservazioni sulla vasomozione, termine che usiamo per indicare la vasomotility e la secondaria vasomotion, furono condotte sugli animali. Per questo motivo a quelle ricerche non fu data grande attenzione, perché condotte, per esempio, sulle ali del pipistrello, un tessuto considerato inattendibile.
Successive indagini sui mammiferi non evidenziarono una chiara vasomozione a causa dell’anestesia utilizzata.
D’Agrosa, 1970, parlò di movimenti “continui” e “discontinui”, mentre Wedrhielm e Weston, 1973, descrissero movimenti “regolari” (metarteriole) e “irregolari” (piccole arterie ed arteriole).
Quando furono disponibili tecniche quantitative per lo studio dell’emodinamica microvascolare, apparve chiaro che era spesso difficile riconciliare i dati microscopici con la controparte macroscopica, misurata negli organi e tessuti interi.
Questo fatto suggerì che l’approccio microscopico non era completamente rappresentativo delle condizioni “in vivo”, particolarmente per quanto riguardava il tono vascolare e la vasomozione.
Successivamente, sia Curri S.B. che Intaglietta M. descrissero la vasomotion e la vasomotility – come è intesa nella Microangiologia Clinica – con l’aiuto di metodiche al laser doppler e con la videocamera computerizzata, sebbene con differenti interpretazioni.
Sulla importanza della vasomozione, poi, non vi furono più dubbi quando fu dimostrato il mutamento della attività motoria e delle sue conseguenze nelle condizioni patologiche microvascolari
Oggi, la Microangiologia Clinica dimostra chiaramente che lo studio clinico della motilità microvascolare, realizzato mediante un fonendoscopio con l’aiuto della Semeiotica Biofisica Quantistica, è una bella realtà. Non ci può essere più alcun dubbio sulla presenza della vasomozione microcircolatoria e sulla sua importanza sia in condizioni fisiologiche che patologiche, come ho ampiamente dimostrato.
Dalla dinamica microcircolatoria coronarica dipende la flow-motion, quindi l’apporto di materia-energia-informazione al miocardio, il livello di ATP endocellulare miocardico, il pH tessutale.
Se a riposo, durante stimolazione digitale di media intensità applicata sui relativi trigger-points del precordio, mostra un tempo di latenza di 8 sec., con durata del riflesso inferiore a 4 secondi e durata della sua scomparsa > 3 sec. < 4 sec. (dimensione frattalica normale di 3,8) il cuore è sano, privo di Reale Rischio Congenito di CAD, corroborando il Segno di Caotino, oggetto di prossima Lezione
Al contrario, in presenza di predisposizione alla CAD, il tempo di latenza all’inizio può risultare normale (NN = 8 sec.), ma la durata del Riflesso g.a. sarà di 4 sec. o lievemente maggiore.
Nella evoluzione patologica del Reale Rischio Congenito di CAD, dove è sempre presente il Segno di Caotino significativamente intenso, in un primo tempo si allunga la durata del riflesso cuore-gastrico aspecifico che sale da 4 sec a 5-6 sec. (NN > 3 sec. < 4 sec.), espressione della ridotta Riserva Funzionale Micrcircolatoria. Solo in una fase successiva il tempo di latenza scende lievemente sotto i fisiologici 8 sec.
A questo punto, ricordo brevemente la possibilità della Valutazione dell’Attività del glicocalice nella sede del Reale Rischio Congenito. Il lettore, interessato a questo argomento, può trovare la descrizione dell’originale valutazione nella Bibliografia del mio sito www.semeioticabiofisica.it e nel Journal of Quantum Biophysical Semeiotica alla URL http://www.sisbq.org/journal-of-quantum-biophysical-semeiotics1.html.
Per concludere, il medico che si accinge a studiare la Semeiotica Biofisica Quantistica deve procedere con umiltà, in quanto la SBQ è una scienza multidisciplinare in continua evoluzione non affatto facile da comprendere senza residuo: nessuno può e potrà mai definirsi suo esperto conoscitore. Tuttavia, è bene ricordare che oggi il medico può raccogliere la metà dei dati forniti dall’applicazione della SBQ conoscendo perfettamente la sola Percussione Ascoltata dello stomaco.