Il Muscolo Scheletrico recita un Ruolo centrale nella Diagnosi Semeiotico-Biofisico-Quantistica della Patologia muscolare spinale, inclusa la SMA.
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“Ogni scoperta contiene un elemento irrazionale, o un’intuizione creativa.”
Karl Raimund Popper
Introduzione
Per la prima volta dal punto di vista clinico, in un precedente articolo ho descritto gli eventi biologico-molecolari osservati nel muscolo scheletrico con la Semeiotica Biofisica Quantistica (SBQ) nel T2DM e nell’osteoporosi a partire dalla nascita, cioè dal relativo reale rischio congenito (1). I risultati della ricerca si sono dimostrati assai affidabili nella rapida diagnosi clinica del T2DM e dell’osteoporosi a partire dai rispettivi Reali Rischi Congeniti.
Stimolato dagli eccellenti risultati ottenuti, successivamente ho iniziato una analoga ricerca, finalizzata alla definizione della diagnosi precoce delle patologie muscolari spinali, in particolare l’Atrofia Muscolare Spinale (SMA, dall’inglese Spinal Muscular Atrophy) (2).
Di seguito, prendendo appunto come modello di malattia del motoneurone la SMA, è descritta nei dettagli la valutazione dei valori parametrici del riflesso muscolo scheletrico-gastrico aspecifico nel sano e nel malato di SMA, sia a riposo sia durante contrazione/rilassamento muscolare.
Attuali conoscenze sulla Atrofia Muscolare Spinale.
Con il termine di motoneuroni si definiscono i neuroni presenti nel sistema nervoso centrale che, se stimolati, provocano la contrazione del muscolo, permettendo di eseguire movimenti volontari. La via nervosa che induce il movimento volontario è costituita infatti dal Primo Motoneurone, presente a livello della corteccia cerebrale motoria. I suoi prolungamenti scendono lungo il midollo spinale verso la parte inferiore del corpo, formando il fascio piramidale. Queste fibre raggiungono il Secondo Motoneurone trasmettendogli l’impulso elettrico che finisce nel muscolo scheletrico.
Infatti, il Secondo Motoneurone, che si trova a livello del tronco encefalico e del midollo spinale, una volta attivato genera un impulso elettrico che percorre il suo assone e raggiunge la fibra muscolare. Qui tramite la giunzione neuro-muscolare il segnale viene trasmesso al muscolo causandone la contrazione.
Notoriamente, la SMA è una patologia genetica che altera il controllo dei movimenti muscolari. L’atrofia muscolare spinale è una patologia neuromuscolare genetica, autosomica recessiva, appartenente appunto alle malattie del motoneurone.
I 30.000 geni di un soggetto sono responsabili della maggior parte delle caratteristiche personali. Nella SMA si verifica la mutazione del gene responsabile della produzione di una proteina necessaria per il corretto funzionamento delle cellule, in particolare di quelle nervose, chiamate motoneuroni. Il gene SNM-1 (gene situato nel cromosoma 5, “Survival Motor Neuron gene” (SMN1). Questi geni regolano la produzione di una proteina per la sopravvivenza del motoneurone, il fattore di sopravvivenza del motoneurone.
L’assenza o l’alterazione di questo gene causa la SMA, che attualmente rappresenta la prima causa di morte per malattia genetica nell’età infantile.
Pertanto, l’atrofia muscolare spinale è una malattia neuromuscolare ereditaria causata dalla delezione e/o mutazione del gene SMN1, responsabile della produzione di una proteina essenziale al corretto funzionamento dei motoneuroni. Le persone mancanti di entrambe le copie del gene SMN1 sviluppano la malattia, a differenza dei portatori sani, mancanti di una copia soltanto.
Interessante il fatto che esiste un gene molto simile al SMN-1, definito SMN-2, presente anche nelle persone colpite da SMA. Purtroppo il gene SMN2 non può produrre una quantità sufficiente della proteina a causa della mancanza dell’esone 7. La mancanza di questa proteina, SMN, proteina o fattore di sopravvivenza del moto-neurone, provoca la degenerazione dei motoneuroni del midollo spinale, esitando nella SMA.
Per quanto riguarda l terapia non è possibile somministrare la proteina per aumentarne il livello nel sangue e nel muscolo; essa è prodotta all’interno delle singole cellule nervose per un uso locale.
Tuttavia, la Terapia Quantistica, Mitocondriale e Ristrutturante, dimostratasi capace di eliminare le molte mutazioni genetiche, solo in parte conosciute, alla base dei Reali Rischi Congeniti (6), si presenta come l’unica possibile terapia efficace nell’eliminare il RRC anche delle patologie muscolari-spinali, realizzandone la Prevenzione Pre-Primaria e Primaria.
A questo punto, è opportuno ricordare che un gene è composto da esoni , la parte più importante del gene che codifica la proteina, e introni, porzione finora considerata non significativa, di “riempimento”, che è eliminata nel processo di splicing. Il DNA , mitocondriale e nucleare, composta da introni ed esoni, è trascritto in RNA, che in questo primo stadio contiene la stessa struttura in esoni-introni del DNA.
In un secondo stadio, gli introni sono eliminati e gli esoni sono uniti assieme formando il mRNA. L’mRNA codifica la proteina. Esistono milioni di diverse proteine, ciascuna con un suo preciso ruolo nella vita dei vari tipi di cellule.
Il gene per la SMN include 9 esoni (1, 2a, 2b, 3, 4, 5, 6, 7, 8). Mentre l’mRNA del gene SMN1 contiene tutti i 9 esoni (full-length SMN1), l’SMN2 produce mRNA che difetta dell’esone 7 (SMN2 – 7) e quindi la proteina dell’SMN2 è accorciata Ma proprio l’esone 7 codifica una parte essenziale della proteina salva moto-neurone, quella che le consente di legarsi in più copie per essere attiva.
In realtà, per poter svolgere la normale, fisiologica funzione, i monomeri SMN devono legarsi assieme per formare oligomeri . Pertanto, l’SMN2 è privo di una parte molto importante, cioè l’esone 7, che permette a questa proteina di formare appunto oligomeri per poter funzionare correttamente.
Risale al 1999 la scoperta del differente processo di splicing nei geni SMN1 e SMN2. Normalmente all’interno della cellula avviene un complesso meccanismo di formazione dell’RNA dal DNA, con conservazione delle porzioni significative ed eliminazione di quelle non significative, o considerata tali finora. Tuttavia, a causa di un singolo errore – uno scambio di nucleotide – nell’esone 7, questo meccanismo non funziona perfettamente e il gene SMN2 produce soltanto il 30% circa della proteina in modo corretto; questo 30% è identico alla proteina codificata dal gene SMN1.
Le persone con la SMA non hanno copie del gene SMN1, ma posseggono il gene SMN2. Questo significa che nei pazienti SMA la produzione della corretta proteina SMN è molto inferiore a quella degli individui sani, ma comunque sufficiente per il corretto funzionamento di quasi tutte le cellule del corpo umano, non sufficiente però per i motoneuroni del midollo spinale che degenerano, contribuendo ad aggravare la debolezza e l’atrofia dei muscoli volontari, presente fin dai primi giorni di vita, come dimostra la SBQ, corroborando i dati di alcune ricerche condotte negli animali (3, 5).
I differenti tipi dell’Atrfia Muscolare Spinale.
Esistono diversi tipi di Atrofia Muscolare Spinale che si distinguono per caratteristiche, gravità della debolezza muscolare e l’età in cui iniziano i problemi dei muscoli (4), di seguito ricordate brevemente perché non interessano la SBQ, il cui unico scopo è la loro Prevenzione Pre-Primaria e Primaria.
Tipo I di SMA, chiamata Malattia di Werdnig-Hoffman: si tratta di ina forma particolarmente grave, evidente già alla nascita.
Tipo II di SMA, una forma più mite che insorge tra I 6 mesi e 1 anno di età.
Tipo III di SMA, denominata Kugelberg-Welander disease or juvenile type, ad inizio più tardivo nell’infanzia o nell’adolescenza. I pazienti possono alzarsi da seduti, camminare senza essere aiutati, salire le scale anche se col tempo questi movimenti diventano di difficile esecuzione.
Nel tipo IV di SMA i segni e i sintomi insorgono dopo i 30 annidi vita. I pazienti avvertono inizialmente lieve o moderata debolezza muscolare, tremori, spasmi e modesti problem respiratori.
Particolarmente grave e ad insorgenza precoce la SMA legata al cromosoma X, in cui compaiono gravi defrmazioni delle articolazioni, contrazioni muscolari con impedimento ai movimeni.
La SMA-LED, una variante con localizzazione dominante agli arti inferiori, è caratterizzata dalla debolezza alla musculature delle gambe, più grave negli estensori (quadricipite). Iniziata nell’infanzia progredisce lentamente.
Infine esiste la forma che inizia nell’età medio-adulta e colpisce prevalentemente i muscoli prossimali ed è caratterizzata da crampi muscolari e addominali, debolezza nella muscolatura degli arti, contrazioni muscolari involontarie, tremori, distensione dall’addome verosimilmente secondaria alla debolezza muscolo-addominale, e in alcuni casi i pazienti lamentano difficoltà a deglutire, urinare ed evacuare.
Diagnosi precoce, semeiotico-biofisico-quantistica dell’Atrofia Muscolare Spinale.
La Semeiotica Biofisica Quantistica permette al Medico di fare la diagnosi clinica di Reale Rischio Congenito di patologia muscolare spinale e quindi di SMA in atto, a partire dalla nascita, usando un commune fonendoscopio.
E’ assolutamente consigliato somministrare a questi soggetti,solo apparentemente sani, la Terapia Quantistica, Mitocondriale e Ristrutturante, http://www.sisbq.org/uploads/5/6/8/7/5687930/tq.pdf, rivelatasi efficace , in una ormai vasta sperimentazione,nell’eliminare gli altri numerosi Reali Rischi Congeniti (6-15).
La diagnosi clinica SBQ di RRC di SMA si articola in due momenti , entrambi di essenziale importanza:
A) la valutazione dei valori parametrici, a riposo e durante la contrazione/decontrazione muscolare, del riflesso muscolo scheletrico-gastrico aspecifico, dimostratosi affidabile nel riconoscere il RRC di T2DM e di osteoporosi (1)
B) valutazione dei Potenziali Cerebrali Evocati, dell’Attività del Moto-Neurone e della Microcircolazione Midollare e Cerebrale.
Di seguito è descritto il metodo A), riservando un prossimo articolo al secondo aspetto diagnostico, centrato sulla valutazione del modo di essere e di funzionare del midollo spinale a partire dalla nascita e sulla Microcircolazione cerebrale e spinale, utili anche nella diagnosi differenziale.
Prima di procedere, per comprendere in modo completo i meccanismi alla base dei rilievi SBQ relativi alla valutazione della struttura e funzione della cellula muscolare, è necessario riassumere brevemente gli eventi biologici molecolari che avvengono nel miocita, sia nella fase di contrazione sia nella successiva fase di rilassamento.
L’arrivo al miocita dell’onda di depolarizzazione della membrane cellulare apre i canali diidropiridinici lenti del calico a sede nei Tubuli e i Ca++ entrano nella cellula, sebbene in scarsa quantità. La sede endocellulare di questi ioni è giustapposta ai canali rianodinici sarcoplasmatici del calcio, attraverso i quail esce una maggior quantità di Ca++, sequestrati nel Reticolo Endo-plasmatico da due proteine, Ca-reticolina e Ca-sequestrina, la cui funzione è necessarie per impedire l’arresto del flusso di calcio out-in a causa della pressione osmoticia durante la successive fase di rilassamento del miocita.
Interessante il fatto che i canali SARC (Stress Associated Response to Ca-depletion), dipendenti dal Fosfo-Lambano, non sono attivi in questa prima fase perchè questo cofattore non è fosforilato e quindi il Ca++ può uscire dai suoi depositi reticolo endo-sarcoplamatici .
Questa fase iniziale dell’attivita muscolare è caratterizzata dalla notevole produzione di ATP. Infatti, la concentrazione dei calcio-ioni, di duplice provenienza, in prossimità del Reticolo Endoplasmatico (RE) provoca il fenomeno noto come Calcium Sparkling, che da un lato causa l’entrata del Ca++ nei mitocondri stimolando l’attività della catena respiratoria con incremeto della produzione di ATP, mentre, dall’altro, da inizio alla contrazione muscolare: il Ca++ si lega alla troponina con successivo scivolamento dell’actina sulla miosina, etc.
Nella seconda fase, caratterizata dalla decontrazione miocitaria, viene consumato l’ATP necessario al fisiologico funzionamento delle pompe ioniche (ricordo che i canali de K sono ATP-dipendenti) e per fosforilare il Fosfo-Lambano che attiva il SARC permettendo l’ingresso dei Ca++ nel RE, dove sono subito sequestrati dalle due proteine sopra ricordate.
Ne consegue che fisiologicamente nella fase della contrazione il livello di energia libera endo-cellulare è elevato, mentre nella successiva fase di decontrazione il livello di ATP ritorna rapidamente ai valori basali.
Da quanto brevemente riferito sopra, si comprende perfettamente i meccanismi patogenetici alla base dei valori parametrici del Riflesso Muscolo Scheletrico-Gastrico Aspecifico, a riposo e nella contrazione e rilassamento muscolare, nel sano e nel paziente con SMA, a partire dal suo Reale Rischio Congenito.
Nel sano, il Tempo di Latenza del Riflesso Muscolo-Gastrico Aspecifico a riposo è 8 sec. se la stimolazione del muscolo è di intensità moderata (= 500 dyne/cm2 ca.) ; Durata più di 3 sec. – meno di 4 sec.
Dopo 5 sec dall’inizio della contrazione musculare, il Tempo di Latenza del Riflesso Muscolo-Gastrico Aspecifico raddoppia salendo a 16 sec.; immutata la Durata.
Infine, dopo 5 sec dall’inizio del rilassamento muscolare il Tempo di latenza ritorna al valore basale.
Al contrario, nel soggetto apparentemente sano ma colpito da RRC di SMA, il Tempo di Latenza del Riflesso Muscolo-Gastrico Aspecifico a riposo è ca. 7,5 sec. (7 sec. – 8 sec.<), in rapporto alla gravità della patologica sottostante; Durata patologica: circa 7 sec.
Dopo 5 sec dall’inizio della contrazione muscolare, il Tempo di Latenza del Riflesso Muscolo-Gastrico Aspecifico aumenta al massimo fino al 50% del valore iniziale, a riposo, raggiungendo 11-12 sec.
Infine, dopo 5 sec dall’inizio del rilassamento muscolare, il Tempo di latenza ritorna praticamente al valore basale, o lievemente inferiore , non in modo statisticamente significativo.
A partire dalla nascita il muscolo di chi è predisposto alla SMA presenta alterazioni degenerative (atrofia delle fibre muscolari con apparent aumento della densità nucleare), che si aggravano col passare del tempo, e intensa ICAEM, citopatia mitocondriale, conditio sine qua non di tutte le più comuni e gravi patologie, come CVD, T2DM, osteoporosi e cancro (17-20).
Bibliografia.
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