In questo terzo ed ultimo articolo sulla diagnosi clinica di QT Lungo, ad iniziare dalla nascita, sono illustrate le basi microangiologiche semeiotico-biofisiche-quantistiche del reale rischio congenito, rappresentate dal rimodellamento microvasale, caratterizzato dalla neoformazione-patologica dei Dispositivi Endoarteriolari di Blocco (DEB), tipo I, sottotipo a) oncologico-proliferativo (tumori maligni) e b) pro-infiammatorio-degenerativo (tutte le altre comuni patologie, come diabete, ipertensione, dislipidemie, osteoporosi, etc.), presenti in sistemi biologici dove potrà insorgere la malattia ed assenti nel sano.
I DEB normali, fisiologici, svolgono un ruolo di primaria importanza nella regolazione della locale flow-motion, come dimostra il fatto che la loro compromissione, magari funzionale, geneticamente orientata ed a trasmissione materna, associata alla presenza dei sottotipi neoformati ricordati sopra, provoca l’insufficiente attuazione della Riserva Funzionale Microcircolatoria, provocando il reale rischio congenito di patologie insorgenti dopo anni o decenni, come mi consente di affermare una lunga e sicura esperienza clinica con l’originale semeiotica fisica.
A questo punto, ricordo che la presenza di DEB neoformati,-patologici, tipo I, a) e b), descritti in seguito, indicano il reale rischio congenito delle comuni e gravi malattie umane, incluso il tumore, dove sono presenti i DEB tipo I, sottotipo a).
Dal punto di vista diagnostico è interessante il fatto che la stimolazione intensa dei relativi trigger-points non provoca la scomparsa del riflesso ureterale medio, completa nei soli DEB tipo I, fisiologici, mentre è parziale (riduzione di un terzo dell’iniziale intensità) in caso di DEB tipo I neoformati-payologici, sottotipo b), caratteristici di tutte le patologie non neoplastiche.
Questi eventi microcircolatori hanno permesso di stabilire, per la prima volta clinicamente, il legame tra fattore genetico e fenotipo. Per esempio: nei soggetti giovani, nei due primi decenni di vita, predisposti a gastrite e alla malattia ulcerosa, con familiarità positiva per la patologia peptica, dalla nascita sono presenti nel microcircolo gastrico i DEB neoformati-patologici, tipo I, sottotipo b).
Al contrario, in caso di reale rischio oncologico nello stomaco, osserviamo a partire dalla nascita, il sottotipo a), tipico del cancro, solido e liquido; in questo ultimo caso i DEB patologici sono presenti nell’Unità Micro Vascolo Tessutale (UMVT) del midollo osseo e rispettivamente del tessuro linfatico..
Appare di grande interesse il fatto che nelle UMVT dello stomaco fisiologicamente mancano i DEB tipo I; sono presenti infatti solo DEB tipo II, come in tutti i sistemi biologici ad alta flow-motion.
Lo studio clinico dei Dispositivi Endoarteriosi di Blocco neoformati-patologici ha reso possibile l’osservazione clinica e la quantificazione delle mutazioni genetiche nei vari sistemi biologici, secondo la Teoria dell’Angiobiopatia, permettendo di individuare a iniziare dalla nascita, i soggetti a reale rischio congenito delle più frequenti e pericolose patologie umane, come CVD, T2DM e Cancro, oggi epidemie in aumento, permettendone la efficace Prevenzione Pre-Primaria, sec. la Manuel’s Story http://www.sisbq.org/qbs-magazine.html, e Primaria.
|
Ruolo dei DEB nel Reale Rischio Semeiotico-Biofisico-Quantistico.
Per questi motivi, di seguito illustrati nei dettagli dal punto di vista clinico semeiotico-biofisico-quantistico, noi attribuiamo alla descrizione dell’anatomia e della funzione di queste essenziali strutture microcircolatorie, al momento sconosciute da parte della maggioranza dei Medici, un valore notevole nella Microangiologia Clinica.
I dispositivi endoarteriosi di blocco (DEB), strutture ubiquitarie di differente morfologia derivate dalla media arteriolare, si trovano in un solo punto della parete vascolare con due o più strati di cellule muscolari lisce e sono aggettanti nel lume in forme diverse: cuscinetti a larga base d’impianto, formazioni allungate o polipoidi, generalmente peduncolate (Curri 1, 2) formazioni sfinteriche, architetture intimali contrattili.
I DEB tipo I, sia fisiologici, normali, sia patologici, neoformati, sottotipo a) e b), sono situati nelle “piccole arterie” con media formata da due o più strati di cellule muscolari lisce, cioè a monte delle “arteriole”, secondo hammersen (Fig. 2). Essi si possono trovare in qualsiasi tessuto a differenza di quelli normali, assenti nel polmone, stomaco, ghiandole a secrezione interna, etc.
La contrazione e la decontrazione di questi dispositivi di blocco, che avvengono in sintonia con quelle arteriolari, ma sono più intense per la maggiore ricchezza di cellule muscolari nei confronti della media arteriolare, permettono una sicura regolazione del flusso microcircolatorio distrettuale diretto alle arteriole ed ai capillari, come consente di affermare la Semeiotica Biofisica.
Le cellule muscolari dei DEB, immerse in un “ambiente” di glucosaminoglicani e fibrille collagene disposte in senso spiraliformi all’esterno e circolare all’interno verso il lume, sono contenute dentro lo sdoppiamento della lamina elastica interna, ricoperta da endotelio.
A differenza di altre strutture anastomotiche, come le AVA tipo II, gruppo A e B, i DEB, che dal punto di vista funzionale devono essere considerati come AVA, sono ampiamente rappresentati e diffusi in quasi tutti i sistemi biologici (mi riferisco ai DEB tipo II, come scritto sopra), come da noi altrove dimostrato clinicamente (1-10).
Ne consegue che in moltissimi tessuti, per esempio il tessuto adiposo della mammella e ghiandole a secrezione interna, la regolazione del flusso sanguigno diretto alle reti capillari è affidata esclusivamente ai DEB tipo II nella totale mancanza di DEB tipo I, questi ultimi definiti da Bucciante “architetture intimali contrattili”; essi corrispondono ai “cuscinetti endoarteriosi” o al tipo I dei dispositivi di blocco di Curri (1, 2) e, infine, alle “Polsterarterien” di Bucher (3).
I DEB possono essere isolati o contrapposti, in modo più o meno esatto, nella partete arteriolare. Talvolta, sono presenti in numero maggiore nella stessa arteriola, in forma di “cuscinetti”, che sporgono nel lume riducendone il calibro. Anche se la forma dei DEB è differente, la struttura è costante con un funzionamento di chiusura del lume arterioso quando i DEB sono rilasciati o decontratti, e di apertura fisiologica allorchè le cellule muscolari lisce si contraggono, il che avviene ciclicamente.
Per motivi di chiarezza diciamo subito che l’apertura delle AVA tipo I e II, gruppo A e B, provoca derivazione del sangue, che non fluisce attraverso i capillari nutrizionali.
Al contrario, l’apertura dei DEB favorisce la flow-motion. Poichè noi trattiamo insieme l’attività di queste strutture derivative, in quanto le consideriamo tutte come AVA “funzionalmente” intese, il termine apertura deve essere inteso come causa di deviazione del sangue verso i shunts locali. In realtà, in questo caso, i DEB sono chiusi. Ne consegue che il termine apertura, quando applicato alle AVA in generale, indica la chiusura dei DEB, a cui fa seguito il fenomeno della centralizzazione del flusso microcircolatorio locale.
Dal punto di vista microangiologico-clinico la vera chiusura dei DEB è rivelata dalla presenza del riflesso ureterale medio (NN = 20 sec. di durata a riposo) durante stimolazione “lieve-moderata” (DEB tipo II), di “media” intensità (DEB tipo I b)) o intensa (DEB tipo I a)) di determinati trigger-points: immediatamente valutata, l’ossigenazione istangica appare ai limiti superiori della norma, nel fine gioco delle oscillazioni fisiologiche del pH tessutale causato dalla disomogeneità temporale. La valutazione dell’ossigenazione tessutale è resa possibile semplicemente, per esempio, dalla quantificazione del tempo di latenza (tl) del riflesso gastrico aspecifico e/o ciecale.
Quando i miociti del cuscinetto sono rilassati, cioè a dire completamente decontratti, il loro volume aumenta in modo consistente, maggiore per il tipo neoformato, occupando una porzione più o meno rilevante del lume, con conseguente ostacolo meccanico al flusso ematico microcircolatorio distale. Il meccanismo di chiusura del lume arteriolare potrebbe essere differente nel caso che la architettura intimale fosse disposta circolarmente nelle parete arteriolare, provvista di fibre disposte circolarmente all’esterno e longitudinalmente all’interno.
Importante è il fatto che i DEB (in realtà solo quelli di tipo II) sono ubiquitari e che, come tutti i microvasi, vanno incontro a processi di involuzione senile fisiologica e subiscono delle modificazioni patologiche nelle varie istangiopatie: dissociazione dei fasci di fibre muscolari (edema interstiziale, imbibizione plasmatica), miocitolisi, iperplasia e ipertrofia del sarcolemma con dissociazione miofibrillare, connettivizazione e fibrosclerosi completa con retrazione del dispositivo.
Inoltre, fatto di fondamentale importanza per la Microangiologia Clinica, le alterazioni funzionali dei DEB sono frequentissime e precoci nel corso di malattie di varia natura e in particolare nelle più gravi patologie umane, a partire dallo stadio iniziale, asintomatico, come riferito in seguito.
Si tratta di un aspetto fondamentale nella patogenesi delle malattie umane più frequenti e pericolose, mai trattato prima dal punto di vista clinico, che sarà ampiamente affrontato e discusso ai fini della prevenzione primaria.
Valutazione clinica dei Dispositivi Endoarteriolari di Blocco.
Noi attribuiamo alla ereditaria disfunzione dei DEB ed alla contemporanea comparsa dei DEB neoformati il ruolo principale nell’insorgenza e progressione dello stato pre-morboso, dal momento che i secondi rappresentano l’elemento anatomopatologico caratteristico del reale rischio. Pertanto, il medico deve familiarizzare con questi nuovi concetti in Medicina, espressione dell’impiego di nuovi paradigmi, essenziali per una efficace prevenzione primaria su vastissima scala perché condotta con strumenti clinici.
Dal punto di vista semeiotico-biofisico queste alterazioni, assai precoci nel confronto di quelle di altre strutture microcircolatorie, possono essere funzionali, reversibili, o strutturali, quasi sempre irreversibili. Sulla base di sicuri dati istologici, la reattività e la modalità di risposta dei dispositivi endoarteriosi di blocco di fronte alle numerose cause patogene, sono caratterizzate da una certa monotonia ed uniformità delle lesioni di tutta la parete (1, 2).
La Semeiotica Biofisica Quantistica consente lo studio del modo di essere funzionale e strutturale dei DEB, in qualsiasi loro localizzazione, dalla quale dipende la specificità delle alterazioni biologiche. Le modificazioni dei DEB, molto spesso congenite, come più volte ricordato, causano variazioni emodinamiche a livello capillare e venulare post-capillare, realizzando la condizione che Curri ha definito “insufficienza dei dispositivi di blocco”.
In realtà, secondo chi scrive, molto più frequente in clinica è la insufficienza funzionale dei DEB, presente ab initio in tutte le malattie, acute e croniche, queste ultime precedute, per anni o decenni, dalle alterazioni dei DEB, descritte di seguito, associate alla comparsa dei DEB neoformati-patologici tipo a) e/o b) in minimo numero (= intensità del tipico riflesso medio ureterale < 1c.). (Fig. 4)
La valutazione semeiotico-biofisico-quantistica dei DEB, in condizioni fisiologiche e patologiche, si realizza mediante uno stimolo di intensità differente (pizzicotto cutaneo o pressione digitale a livello dei relativi trigger-points), applicato direttamente (polpastrello digitale, mammella, tessuto adiposo addominale, ecc.) e, molto più frequentemente, in modo indiretto mediante pizzicotto cutaneo prolungato dei trigger-points del corrispondente dermatomero.
Nel sano a riposo, dopo un tl di 3 sec., il terzo medio ureterale si dilata con una intensità ³ 1,5 cm.£ 2 cm., per la durata di 20 sec. esatti e con un riflesso residuo di appena 0,5 cm. (= interstizio).
Dopo ulteriori 6 sec.- tempo della scomparsa del riflesso o della chiusura dei DEB – dalla cessazione del riflesso si osserva l’inizio del ciclo successivo.
In realtà, subito dopo l’applicazione dello stimolo sui relativi trigger-points compare un riflesso medio ureterale (intensità < 1 cm. (= interstizio), che si attua in due tempi di 3 sec. ciascuno rapidamente, seguito dal riflesso sopra descritto.
A questo punto è opportuno sottolineare l’importanza diagnostica della veloce realizzazione del primo riflesso ureterale (= interstizio): un riflesso instauratosi rapidamente è espressione di locali condizioni fisiologiche dei DEB.
DEB normali, fisiologici
DEB tipo I (piccole arterie): Apertura – Durata 20 sec., Intensità ³ 2 cm. Þ Chiusura 6 sec. (ripetizione del ciclo)
DEB tipo II (arteriole): Apertura – Durata 7 sec., Intensità ³ 1,5 cm. < 2 cm. Þ Chiusura 6 sec. (ripetizione del ciclo)
NB! Se la stimolazione diventa intensa i riflessi ureterali dei DEB fisiologici, normali, scompaiono, quelli patologi del sottotipo b) appaiono ridotti di un terzo, mentre rimangono immutati i DEB tumorali, permettendo la diagnosi differenziale.
|
La valutazione dinamica dei parametri del riflesso ureterale medio è assai ricca di informazione: durante stress tests, come la manovra di Valsalva, sono quantizzati i vari parametri e confrontati con i rispettivi valori di base.
Nel sano osserviamo: tl 6 sec., I ³ 2 cm., D > 22 sec. (NN = 20 sec.), riflesso residuo 0,5 cm.e tempo della chiusura o scomparsa del riflesso 3-4 sec. (NN = 6 sec.). Contemporaneamente, il riflesso gastrico aspecifico, provocato subito dopo con medio-intensa stimolazione degli stessi trigger-points, mostra un tempo di latenza aumentato significativamente, espressione di un netto incremento dell’ O2 tessutale.
Questi dati indicano chiaramente che la flow-motion aumenta (contrazione significativa dei DEB) per rifornire adeguatamente i tessuti della quantità necessaria di materia-informazione-energia.
In riferimento a quanto scritto prima, a proposito del funzionamento attuale delle anastomosi arterio-venulari, considerando che contemporaneamente le AVA tipo I e II (dove sono presenti) partecipano alla regolazione del flusso microcircolatorio, in questa condizione parliamo di chiusura–contrazione delle AVA anche se, in realtà, i DEB sono aperti ben oltre i valori fisiologici di apertura.
Infine, una valutazione dei DEB, ricca di informazione, è rappresentata dal precondizionamento di queste strutture microvasali.
Ricordo che esistono gli importanti DEB tipo I neoformati-patologici, sottotipo a) (= rischio di tumori) e b) (= rischio di tutte le altre comuni patologie umane di tipo degenerativo), caratterizzati da muscolatura abbondante, maggiore per i primi, con più intenso ostacolo, se decontratti, del flusso ematico nelle piccole arterie e conseguente acidosi tessutale nel relativo parenchima.
Infatti, il riflesso ureterale medio, causato da intensa stimolazione dei trigger-points specifici, è meno intenso (I = 1 cm. in media) di quello relativo ai DEB tipo I, fisiologici (I = 2,5 cm. circa), provocato da stimolazione medio-intensa (= differente la struttura muscolare).
Inoltre, fatto importante dal punto di vista diagnostico-differenziale, la stimolazione massima dei relativi trigger-points provoca la riduzione di almeno un terzo dell’intensità del solo sottotipo b), mentre il riflesso ureterale medio persiste identico nei DEB tipo I, sottotipo a), tipico del reale rischio oncologico. Come sopra riferito, in questa condizione il riflesso da DEB normali, fisiologici, scompare, favorendo la diagnosi-differenziale.
In tutte patologie acute la modificazione funzionale dei DEB è presente a partire dal primo stadio, clinicamente asintomatico. Per esempio, nella comune influenza, quando ancora è assente la SISRI “incompleta”, l’incrementata funzione dei DEB è evidenziabile chiaramente: tempo di latenza 3 sec. (durante il quale si attua il riflesso ureterale medio interstiziale < 1 cm.), I > 2 cm., D > 20 sec., riflesso residuo > 0,5 cm., tempo di scomparsa < 6 sec. e precondizionamento ancora fisiologico.
Contemporaneamente è presente il tipico diagramma “influenzale” della unità microvascolotessutale del polpastrello digitale in assenza di altri segni.
E’ possibile, pertanto, prevedere l’episodio morboso influenzale con ore di anticipo, il che ha favorevoli conseguenze in caso di comparsa di febbre, vomito, vertigine, diarrea, non solo per il malato ma anche per il curante.
La precocità e la sensibilità della disfunzione dei DEB e la presenza di DEB tipo I neoformati, sottotipo a) e b), sono tanto ricche di significato clinico da permettere di escludere, quando i parametri del riflesso ureterale medio sono nella norma, una qualsiasi patologia dell’organo studiato. La presenza di queste strutture patologiche è rivelata in modo facile dalla durata del contemporaneo riflesso gastrico aspecifico di 4 sec. o più (NN = inf. a 4 sec.), inversamente correlato con l’efficacia della Riserva Funzionale Microcircolatoria.
|
Inoltre, se queste interessanti strutture microcircolatorie sono bene funzionanti anche durante le prove dinamiche, si può escludere il “rischio reale” di future patologie, croniche o tumorali, in quello specifico sistema biologico, naturalmente se le condizioni “dietetiche” ed ambientali restano immutate.
In base a quanto sopra riferito, merita una profonda discussione il fondamentale ruolo svolto dai DEB nella prevenzione primaria di patologie croniche, come il diabete mellito, artrosi, connettiviti varie, dislipidemie, gotta (trigger-point l’elice), glaucoma, tumori maligni (V. Terreno Oncologico nel sito), ecc, oltre a quello, già detto, nella diagnostica bed-side.
Infatti, le informazioni acquisite con la valutazione dei cinque parametri del riflesso ureterale medio sono in perfetto accordo con altri dati, che tuttavia sono presenti in un tempo anche di molto successivo, relativi alla vasomotility, vasomotion, RFM, pH tessutale, funzionamento delle AVA tipo I e II, gruppo A e B, O2 istangico e i parametri del precondizionamento semeiotico-biofisico.
E’ da tenere sempre presente, però, che la disfunzione dei DEB, facilmente evidenziabile, magari con le prove dinamiche, inizia assai precocemente, precedendo di anni e decenni le patologie croniche, come glaucoma, diabete mellito, emopatie, mixedema, ecc.
Questi fatti, osservati in una ormai lunga esperienza al letto del malato, rendono ragione della importanza patogenetica, da noi attribuita alla disfunzione dei DEB, e della nostra previsione di una futura branca della Microangiologia Clinica, la Microangiologia Clinica dei Dispositivi Endoarteriolari di Blocco, dedicata allo studio di queste strutture microcircolatorie dal punto di vista anatomo-funzionale.
A questo punto, ci dobbiamo chiedere quale sia il ruolo patogenetico eventualmente svolto dalla disfunzione dei DEB, inclusa l’attività di quelli neoformati-patologici. Detto altrimenti, il funzionamento imperfetto, iniziale e reversibile, in un primo tempo almeno, di queste strutture, osservabile quando la vasomotility e la vasomotion relative a riposo sono normali, verosimimente recita un ruolo patogenetico di primo piano nell’insorgenza delle comuni malattie croniche, le cui molteplici noxe agiscono anche mediante le alterazioni, prima funzionali e, poi, strutturali, dei DEB, causa a loro volta della “microcirculatory maldistribution”, secondo Curri.
La risposta alla domanda è la Teoria Microcircolatoria Semeiotico-Biofisico-Quantistica dell’Aterosclerosi
Diagnosi di QT Lungo
A questo punto, il Lettore comprende perfettamente che – a partire dalla nascita – nel QT Lungo è presente la Costituzione Aritmica, la presenza di DEB neoformati-patologici, tipo I, sottotipo b) nella via del segnale elettrico cardiaco ed acidosi ventricolare, a seguito della locale alterazione della flow-motion . In pratica quindi, i valori parametrici del Riflesso Atriale-gastrico aspecifico sono patologici (NN = Tempo di latenza 8 sec.; Durata < 3 sec. > 4 sec.) così come il Riflesso Ventricolare –gastrico aspecifico.
Di notevole valore diagnostico si è rivelata l’alterata funzione dei locali glicocalici.
BIBLIOGRAFIA consigliata.
1) Curri S.B. Le Microangiopatie. Inverni della Beffa, Milano, 1986
2) Curri S.B. Pannicolopatia Mammaria da Stasi, Parte seconda. Inverni della Beffa, Milano, 1984
3) Bucher O. Polsterbildungen in den Arterien des Myocards (Polsterkissen und Polsterarterien). Schweiz. med. Wschr.47, 65-69, 1944.
4) Stagnaro S., West PJ., Hu FB., Manson JE., Willett WC. Diet and Risk of Type 2 Diabetes.
N Engl J Med. 2002 Jan 24;346(4):297-298. [PubMed]
5) Stagnaro-Neri M., Stagnaro S. Introduzione alla Semeiotica Biofisica. Il Terreno Oncologico. Travel Factory, Roma, 2004. http://www.travelfactory.it/semeiotica_biofisica.htm
6) Stagnaro S., Stagnaro-Neri M., La Melatonina nella Terapia del Terreno Oncologico e del “Reale Rischio” Oncologico. Travel Factory, Roma, 2004. http://www.travelfactory.it/semeiotica_biofisica_2.htm
7) Stagnaro S., Stagnaro-Neri M., Le Costituzioni Semeiotico-Biofisiche.Strumento clinico fondamentale per la prevenzione primaria e la definizione della Single Patient Based Medicine. Travel Factory, Roma, 2004. http://www.travelfactory.it/libro_costituzionisemeiotiche.htm
8) Stagnaro S., Stagnaro-Neri M. Single Patient Based Medicine.La Medicina Basata sul Singolo Paziente: Nuove Indicazioni della Melatonina. Travel Factory, Roma, 2005. http://www.travelfactory.it/libro_singlepatientbased.htm
9) Stagnaro Sergio. Teoria Patogenetica Unificata, 2006, Ed. Travel Factory, Roma.
10) Sergio Stagnaro and Simone Caramel (2012). The Role of Inherited Vasa Vasorum Remodeling in QBS Microcirculatory Theory of Atherosclerosis, Journal of Quantum Biophysical Semeiotics. http://www.sisbq.org/uploads/5/6/8/7/5687930/ats_theory__qbs.pdf
11) Sergio Stagnaro (2012). Teoria Microcircolatoria SBQ dell’Aterosclerosi. Evidenza Sperimentale del Ruolo Centrale dei Vasa Vasorum, Journal of Quantum Biophysical Semeiotics.http://www.sisbq.org/uploads/5/6/8/7/5687930/ats_theory__qbs.pdf
12) Sergio Stagnaro and Simone Caramel (2013). The Inherited Real Risk of Coronary Artery Disease, Nature PG., EJCN, European Journal Clinical Nutrition, Nature PG., In press.
13) Sergio Stagnaro and Simone Caramel. The Key Role of Vasa Vasorum Inherited Remodeling in QBS Microcirculatory Theory of Atherosclerosis. Frontiers in Epigenomics and Epigenetics. http://www.frontiersin.org/Epigenomics_and_Epigenetics/10.3389/fgene.2013.00055/full [Pub-Med indexed for MEDLINE]
14) Sergio Stagnaro (2013). Medical Renaissance: Quantum Biophysical Semeiotics. Science, AAAS,
15) Stagnaro Sergio. Role of Coronary Endoarterial Blocking Devices in Myocardial Preconditioning – c007i. Lecture, V Virtual International Congress of Cardiology. http://www.fac.org.ar/qcvc/llave/c007i/stagnaros.php
16) Stagnaro Sergio. CAD Inherited Real Risk, Based on Newborn-Pathological, Type I, Subtype B, Aspecific, Coronary Endoarteriolar Blocking Devices. Diagnostic Role of Myocardial Oxygenation and Biophysical-Semeiotic Preconditioning, International Atherosclerosis Society. www.athero.org, 29 April, 2009 http://www.athero.org/commentaries/comm907.asp
17) Sergio Stagnaro. Il Glicocalice nella Diagnosi Semeiotico-Biofisico-Quantistica di Terreno Oncologico di Di Bella. 15 febbraio 2011, www.melatonina.it, http://www.melatonina.it/farma/approfondimenti.php ; http://www.sisbq.org/uploads/5/6/8/7/5687930/glicocaliceoncologico.pdf; http://www.fcenews.it, http://www.fceonline.it/images/docs/glicocalice oncologico valutazione.pdf
18) Sergio Stagnaro. Ruolo del Glicocalice nella Valutazione Semeiotica Biofisica Quantistica della Sindrome del Fegato Iperfunzionante. 3 marzo 2011. http://www.piazzettamedici.it/professione/professione.htm
19) Sergio Stagnaro. A fundamental bias of the research: Overlooking Congenital Acidosic Enzyme-Metabolic Histangiopaty-Dependent Brain Inherited Real Risk. Journal of Neurology, Neurosurgery & Psychiatry with practical Neurology, 5 May, 2009. http://jnnp.bmj.com/content/80/11/1206/reply